Il vetro Murrino ha origini antichissime, le prime opere risalgono al 3,000- 2,000 a.C da parte di vetrai Siriani, Egiziani e Romani. Con il termine “Murrino” venivano identificati tutti i vasi e ciotole in vetro mosaico che i Romani realizzavano usando sezioni di canna che presentavano al loro interno, per tutta la lunghezza, disegni astratti o figurativi come volti, fiori e animali. Questi vasi erano realizzati in murrha, un materiale caratterizzato dalla presenza di Fluorite che che dona agli oggetti un odore particolare, forse per le resine usate come legante durante la lavorazione o più probabilmente perché usati per contenere profumi.

Durante il Medioevo si perse la tecnica per la produzione del vetro murrino, ma venne poi ripresa verso la fine del XIX secolo presso la vetreria Salviati ad opera di Vincenzo Moretti. Da allora il termine murrino è rimasto e serve ad identificare sia le singole sezioni di canna sia l’oggetto ottenuto dalla loro composizione.

Per formare una semplice murrina a strati concentrici sovrapposti è necessario che nella fornace ci siano dei crogioli con vetro allo stato molle di colori diversi. Un operaio preleva quindi sulla punta di un’asta di ferro una piccola quantità di vetro dal primo crogiolo, passando subito dopo a ricoprirlo con dell’altro vetro prelevato da un secondo crogiolo. Si procede così sovrapponendo più strati di colori diversi: l’insieme di questi strati di vetro verranno a formare un cilindro del peso di cinque, sei chilogrammi.
Una volta reso il cilindro regolare facendolo rotolare sopra una spessa piastra di ferro o di bronzo (bronzìn), viene applicata alla parte libera una seconda asta di ferro. Il tutto passa quindi nelle mani di due altri operai, i “tiracanna”, che stireranno il pastone per portarlo al diametro programmato. In questo caso si otterrà una murrina con disegni a cerchi concentrici.
Nel caso in cui il pastone di vetro molle viene infilato in uno stampo con delle costolature verticali a forma di fiore, di stella, di cuore, si otterrà una murrina con disegno floreale, a stella o a cuore.

Le bacchette così ottenute (o meglio le canne) servono per produrre le perle “mosaico”(o “millefiori”), piatti e ciotole ed infine ciondoli. Per fare le perle occorre ricoprire il leggero strato di vetro fuso avvolto attorno al tondino di ferro (anima) con tante fettine di queste canne e compattarle con dei semplici strumenti dando contemporaneamente la forma desiderata.
L’uso dello stampetto di rame, che può avere la forma e le dimensioni più diverse, consente di ottenere degli oggetti tutti perfettamente uguali fra di loro, cosa impossibile senza ricorrere a questo sistema.
Tuttora le murrine vengono prodotte dai vetrai muranesi secondo tecniche antiche trasmesse di generazione in generazione.
Anche in maestri della vetreria di Murano Design seguono quest’antica tradizione inserendo le murrine nelle loro creazioni.

 

Bicchieri murrine oro

Bicchieri fascia murrine

Bicchieri murrine in rilievo e goccia

Lampada da tavolo con murrine

Sospensione fazzoletto murrine

Vasi millefiori oro

Vasi canne murrine

Vasi murrine argento

Tipetti veneziani con canne e murrine

Animali con murrine elefanti

Animali con murrine tartarughe

Palle di Natale con murrine

Palle di Natale murrine oro

Clown oro argento con decorazioni e murrine

Clown vespa con decorazioni e murrine